Il successo manca ormai da cinque giornate in casa Genoa
e a farne le spese è stato Luigi De Canio, che lasciato il posto in
panchina a Luigi Delneri. Frey e compagni andranno alla disperata caccia
dei tre punti contro la Fiorentina, ospite questa sera al Luigi Ferraris. Uno che conosce bene l'ambiente genoano è Gaetano De Rosa, protagonista della risalita in Serie A con il Grifone, che ha indossato per due anni la casacca rossoblu. Lo ho intervistato in esclusiva.
Gaetano, che partita ti aspetti da parte del Grifone?
“Sarà indubbiamente una partita molto
dura. E' difficile affrontare questa Fiorentina, una squadra molto
forte che ha iniziato bene questo campionato e ha trovato la sua
identità grazie al lavoro del tecnico Montella. Il Genoa, purtroppo, è
ancora un cantiere aperto, si sta cercando di ricominciare dalle
fondamenta. Ci auspicavamo che non ci fossero dei ribaltoni in panchina
per non incorrere in situazioni come quella che si è creata lo scorso
anno. Il cambio in panchina invece c'è stato. Delneri avrà sicuramente
bisogno di tempo, ma la competenza e la qualità sono indiscusse: è un
super allenatore. Però ha iniziato a campionato in corso e non sempre si
trova una squadra strutturata secondo la propria ideologia. Dovrà avere
modo e tempo di adattarsi, di conoscere i suoi giocatori e di trovare
un assetto solido. Avendo perso molto terreno si ritrova a rincorrere,
ma rincorrere non è mai facile. L'aspettativa cresce domenica dopo
domenica in questa piazza importantissima che merita una posizione di
classifica totalmente diversa”.
Tanti assenti per il Genoa, uno su tutti il tuo ex compagno Borriello...
“La sua assenza avrà un peso
determinate, Marco ricopre grande importanza. Mi auspico che possa
ritornare in campo il prima possibile e che possa ripetersi in rossoblu
come cinque anni fa quando disputò una stagione strabiliante. Se lo
meriterebbe, possiede le qualità per giocare sempre ad alti livelli. Il
Genoa deve pensare a recuperare anche altri giocatori, perché ci sono
forti individualità che hanno ancora tanto da dare”.
Ti aspettavi il cambio in panchina De Canio-Delneri?
“Sinceramente non me lo aspettavo,
però è chiaro che solo chi è presente all'interno e vive la squadra sa
quali sono i vantaggi del cambio. Se è successo questo, significa che
che non si riusciva più a venirsi incontro e quindi adesso c'è bisogno
di ricominciare da capo. Il tempo c'è per riassestare il tiro, ma serve
un clima funzionale, sereno e compatto. Bisogna comprendere che il Genoa
sta avendo delle difficoltà enormi e non necessariamente trovare un
capro espiatorio. E questo lo devono fare tutti i componenti
dell'ambiente rossoblu: dalla società ai tifosi, dall'allenatore alla
stampa. C'è bisogno di un segnale di grande cultura e di responsabilità.
Bisogna vivere il calcio come un momento di aggregazione, con spirito
di festa e di sana competizione senza aggravare i tanti problemi che già
esistono. Il calcio è una passione che va vissuta al dilà dei risultati”.
Infine, dove può arrivare questo Genoa?
“L'obiettivo primario deve essere
quello di venire fuori dalla zona calda della classifica. Bisogna
raggiungere una posizione che dia serenità e permetta di poter pensare
con maggiore tranquillità. Il Genoa deve togliersi di dosso quelle
pressioni che possono risucchiarti nei bassifondi e in situazioni non
facili”.
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