"Conosco un tipo strano, vedrai ti
piacerà, si chiama Garritano, ci porta in Serie A!". Così cantava la Sud
nella stagione 1981/82, che vide la Sampdoria ritornare nella massima serie a distanza di cinque anni dalla retrocessione in B. Il coro era tutto per Salvatore Garritano,
attaccante di quella squadra condotta alla promozione da Renzo
Ulivieri. Pima di approdare in blucerchiato, Garritano aveva vestito per
due stagioni la maglia dell'Atalanta. Quindi chi
meglio di lui potrebbe parlare del prossimo impegno di campionato della
formazione di Ciro Ferrara? Lo ho intervistato in esclusiva.
Che effetto le fa pensare al coro che le dedicava la tifoseria blucerchiata?
“Innanzitutto mi fa piacere che
ancora ci si ricordi di me e di quel motivetto. Sono ricordi
meravigliosi perché in quell'annata arrivammo terzi in Serie B e
ottenemmo la promozione in A. Quando si vince i ricordi non possono che
essere positivi, anche perché era da più di vent'anni che la Sampdoria
non vinceva un campionato. Noi riuscimmo in questa impresa e ne sono
tutt'oggi orgoglioso. Sono ricordi indelebili”.
Dopo cinque ko consecutivi, al Ferraris arriva l'Atalanta...
“Non sarà una partita difficile, ma
quella doriana è una formazione attrezzata e con esperienza, guidata da
un tecnico capace come Ferrara.. Credo che la Samp, con i suoi giovani
talenti e i suoi giocatori più esperti, possa spuntarla.. Non lo vedo un
impegno difficile, sono sincero. Nella mia schedina metterò '1' perché
credo in questa Sampdoria. Inizialmente la squadra è partita col piede
giusto e l'allenatore la fa giocare bene. Sono sicuro che disputerà un
gran bel campionato”.
La panchina di Ferrara scotta e non poco.
“Come sempre, a pagare per primo è
sempre l'allenatore. Ferrara, però, sta facendo esprimere un bel gioco
ai suoi uomini. E' un tecnico bravo, serio e preparato, la società non
lo manderà via facilmente. Grazie ad una bella vittoria domenica,
scaccerà via tutte le voci riguardanti un suo possibile esonero.
Dobbiamo tener presente che nelle ultime giornate ha incontrato anche
avversari più preparati e con potenzialità maggiori nei singoli in
termini di qualità; in quelle partite è chiaro che può prevalere la
giocata del singolo. Ma la Samp rimane una gran bella squadra”.
Maxi Lopez non segna dal 16 settembre: si aspettava di più dall'argentino?
“Attualmente, a mio avviso, è uno dei
pochi che può essere definito una prima punta. Sono certo che potrà
dire la sua, già a partire da domenica contro l'Atalanta. E' partito
bene segnando tre gol e poi ha avuto un momento di flessione. Avendo
giocato nel suo stesso ruolo, so che quando la squadra non gira i primi
ad esserne condizionati sono gli attaccanti. Se non gli arrivano palloni
giocabili, diventa difficile andare in rete. Maxi Lopez è un attaccante
d'area e fa fatica quando la squadra non si esprime al meglio, ma è un
grande giocatore e si riprenderà facendo parecchi gol”.
Quindi più che di un problema offensivo, secondo lei, si tratta di un problema di gioco?
“Sì, è esattamente quello che stanno
avendo i blucerchiati. Non è però un problema di base, ma deriva dal
fatto di aver incontrato squadre ben allestite contro le quali ha fatto
fatica. La Samp, ripeto, non è una squadra da buttar via, è stata
allestita molto bene in estate e dirà la sua durante l'arco di tutto il
campionato. Anche in tempi come questi, quando le cose non stanno
andando bene, bisogna dire le cose come stanno. Io credo in questa
Sampdoria”.
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