Nato e cresciuto calcisticamente nel Palermo, era il 2006 quando Pietro Accardi arrivò a Genova nella trattativa che portò lui, Bonanni e Terlizzi alla Sampdoria
e Diana nel capoluogo siciliano. Da quel momento il difensore
palermitano collezionò più di 100 presenze con la casacca blucerchiata,
indossata per sei anni. Oltre a dire la sua sulla sfida in programma
domenica alle 12.30 al Renzo Barbera, Accardi, attualmente all'Empoli,
si è raccontato in esclusiva ai miei microfoni.
Circa dieci anni nelle giovanili del Palermo, poi sei stagioni in prima squadra. Come ricordi la lunga esperienza in rosanero?
“Sono
stati anni bellissimi, Palermo per me ha rappresentato un trampolino di
lancio. Sono partito dal settore giovanile per poi essere protagonista
della cavalcata dalla Serie C1 alla Serie A. per un palermitano non era
facile trascorrere tanto tempo nella squadra della propria città, ma ci
sono riuscito. Continuo a mantenere rapporti di amicizia e stima con i
tifosi. Quella lunga esperienza ha marchiato la mia carriera. Insieme a
Gaetano Vasari, sono stato uno dei due giocatori palermitani che ha
portato il Palermo nella massima serie A dopo trent'anni. In rosanero ho
trascorso dei bei momenti associati però anche a quel brutto infortunio
che mi costrinse a stare un anno fermo; ho avuto un po' di problemi
però poi, chiaramente, furono risolti. In ogni caso, conservo un ottimo
ricordo”.
Poi nel luglio 2006 lasciasti la tua Palermo per approdare in blucerchiato...
“Per
come mi sono trovato, non pensavo di poter trovare una squadra al
livello del Palermo. Pensavo che Palermo rappresentasse il top invece
devo ammettere che alla Sampdoria sono stato molto bene e ho raggiunto
grandissimi risultati. In blucerchiato ho continuato in crescendo la mia
attività. Con la maglia rosanero, a causa dei problemi fisici, avevo
avuto poche occasioni di giocare in Serie A, mentre con la Samp mi sono
tolto tante soddisfazioni collezionando più di 100 presenze in
campionato. Per me Genova è stata come una seconda casa. Era la mia
prima esperienza lontano dalla Sicilia, non era difficile e non sapevo
cosa mi potesse aspettare, invece Genova è spettacolare. Per di più si
tratta di una città di mare e questo mi ha aiutato molto, mi sentivo a
casa. Con la piazza doriana ho avuto un rapporto bellissimo, che però è
terminato in un modo che non mi è piaciuto. Mi sarei aspettato una fine
diversa, mi sarebbe piaciuto lasciarmi in maniera diversa ma così non è
stato”.
Ti riferisci al fatto che nelle ultime due stagioni hai fatto la spola tra Genova e Brescia?
“Sì,
anche. Quando si verificano queste situazioni il principale
responsabile è sempre il giocatore. Con la maturità ho capito gli errori
che ho commesso però, come io ci ho messo del mio, anche altri ci hanno
messo del loro. La colpa, come sempre d'altro canto, sta nel mezzo. A
livello calcistico mi sarebbe piaciuto dire addio alla Sampdoria con il
ritorno in Serie A, mi sarebbe piaciuto se fosse accaduto questo. Dopo
la promozione dalla serie cadetta sarei potuto andare via in modo
diverso, invece me ne sono andato da sconfitto e questa cosa mi è
rimasta dentro perché sono sempre stato un vincente”.
Il momento più alto è rappresentato dalla qualificazione in Champions League?
“A
livello di squadra è rappresentato senza dubbio da quella stagione, un
po' meno a livello personale perché ho trovato poco spazio con Delneri. A
livello professionale le stagioni migliori sono state quelle con
Novellino e Mazzarri in panchina; ricordo con orgoglio quel sesto posto
che ci permise di approdare in Europa League e la finale di Coppa Italia
persa ai rigori con la Lazio”.
Chiudiamo con un commento su Palermo-Sampdoria di domenica.
“Non
sarà di certo una partita semplice dato che si incontrano le due
squadre del campionato attualmente più in difficoltà. Non entro nel
merito di questioni tattiche o tecniche, ma a livello di punti sono
quelle che in questo momento hanno più difficoltà. Ad oggi Palermo-Samp è
uno scontro diretto tra due ottime squadre. Credo che domenica
assisteremo ad un match molto tattico da entrambe le parti, inizialmente
ci potrebbe essere la paura di scoprirsi. Entrambe le contendenti sono
molto ferite e cercheranno di rompere questo trend negativo facendo
risultato al Barbera”.
E Pietro Accardi per chi farà il tifo?
“E'
difficile sbilanciarsi, preferisco non rispondere. Seguirò con
interesse la perché ho ricordi bellissimi sia da una parte che
dell'altra, ma non voglio rispondere a questa domanda”.
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